VENDUTA – Miracolo del cuore dell’avaro

 

 VENDUTA – PITTORE BOLOGNESE DEL XV SECOLO
(XV secolo)
Miracolo del cuore dell’avaro
Tempera grassa su tavola
52 x 34.5 cm

 

La raffigurazione allude ad un episodio leggendario della vita di S.Francesco d’Assisi: alla presenza del santo assisiate, il cuore di un avaro morto senza essersi pentito fu miracolosamente ritrovato all’interno dello scrigno dove egli era solito custodire le sue bramate ricchezze. Nella rara tavola in esame la scena risulta estremamente spiritualizzata ed il poverello di Assisi, vestito col consueto modesto saio di colore bruno, è raffigurato con il corpo emaciato ed il volto circondato da un’aureola dorata. I caratteri stilistici e la materia pittorica dalla stesura netta ed accurata nella descrizione degli abiti, come delle fisionomie vagamente allungate di San Francesco, dell’avaro defunto e degli astanti riccamente abbigliati, rimandano alla cultura artistica italiana della seconda metà del XV secolo, un pensiero visivo che si sviluppò sui più classici modelli del Rinascimento, come i rilievi scultorei di Donatello a Padova, le architetture di Leon Battista Alberti, le pitture di Domenico Veneziano e di Piero della Francesca; cosicché l’ambientazione archittettonica e le tipologie dei personaggi appaiono desunti dai modelli dei grandi maestri citati, mentre è assolutamente particolare è il tratto compositivo: in questo Miracolo del cuore dell’avaro si afferma infatti una singolare tensione ritmica delle forme piacevolmente originale. Tutte queste caratteristiche evidenziano le peculiarità della condotta pittorica del medesimo autore dell’altrettanto pregevole e rara tavola, di analoghe dimensioni (tempera su tavola, misure cm 51 x 35) e identica tecnica pittorica, raffigurante il Miracolo della mula (ossia un altro episodio della vita di S.Francesco), custodita a Modena, nella collezione della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che sicuramente faceva parte della stessa predella (raffigurante per l’appunto Episodi miracolosi della vita di S.Francesco d’Assisi), del medesimo polittico smembrato: non posso nascondere che già conoscevo le due tavole quando ancora si trovavano insieme nella stessa importante raccolta privata. Nel catalogo dell’importante raccolta di dipinti dell’istituto di credito modenese il pendant del nostro dipinto è stato attribuito ad un raro “Pittore bolognese del XV secolo”: ciò può essere vero sebbene, come ho rimarcato, nelle due tavolette non manchino anche accenti compositivi desunti dalle migliori pitture dei citati maestri che furono attivi prevalentemente nei centro Italia. Vero è dunque che nella raffinata tavola in esame si rende manifesto l’operato di un valente maestro di scuola italiana dalla cultura ricercata, composita, e dal linguaggio figurativo caratteristico dei pittori formatisi nel solco della prestigiosa tradizione tosco-padana del Quattrocento; cosicché nel nostro dipinto si distinguono anche accurate cadenze centro italiane associate ad una sensibilità luministica calda, tipicamente mediterranea, che si evidenzia nei morbidi ed equilibrati accordi cromatici.

BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Collezione della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Miracolo della mula, Modena.